Triora
Fu feudo dei conti di Ventimiglia (XII sec), passò poi a Genova, di cui divenne una podesteria anche se le sue origini risalgono a tempi ben più lontani. Servì da rifugio alle popolazioni che si dovevano diffendere dall'invasione longobarda e dalle scorrerie dei Saraceni. Fu fiorente centro di montagna ad economia pastorale, retto da propri statuti e avamposto fortificato ai confini della Repubblica genovese, più volte conteso dai sabaudi.
Triora è oggi conosciuta come "il paese delle streghe" per un processo celebrato nel 1588 e conclusosi con la condanna, per stregoneria, di un gruppo di donne del posto che, riunendosi notte tempo in luogo discosto (la Cabotina), furono considerate colpevoli dell'incombente carestia. Di ciò si fa memoria nel locale museo etnografico e della stregoneria per la fortuna di negozi e botteghe di artigianato locale, che espongono curiose bambole-fattucchiere e vendono liquori della strega e latte di lumaca, intrugli ben congeniati di grappa ed erbe aromatiche.
Il borgo medievale è un piccolo gioiello d'arte, ripido, ruvido, costruito senza intoppi, intatto nel suo sistema difensivo di porte, archi, strettoie e case fortezza. Grandiosa la collegiata dell'Assunta (XVI secolo), riattata nel 1800 con forme neoclassiche, che racchiude un dipinto di Tommaso Bartolo da Siena, del 1379 ed alcune tavole del Quattrocento. Nell'oratorio di San Giovanni Battista (1694), una statua del Maragliano e un dipinto di Luca Cambiaso. Dell'antico castello restano alcuni ruderi nel cilindrico torrione (XII secolo).
Da ricordare la chiesa di San Bernardino, la Collegiata dell'Assunta e la fontana Soprana con l'eccezionale intreccio di archi che ne risalta il getto e il ponte ardito nella borgata di Loreto. L'economia è basata essenzialmente sul turismo; noto in tutta la Provincia il "pane di Triora".
Nel territorio sono presenti cave d'ardesia, una pietra scura, con inconfondibili tonalità argentate di colore nero-grigie... Una pietra tipica di questi luoghi, ben riconoscibile nell'architettura e nell'arte: forse non tutti sanno che a Verdeggia e a Realdo si trovano cave di ardesia dalle quali si estrae a tutt'oggi il 70% dell'intera produzione nazionale, con esportazioni in tutto il mondo di questa pietra rara, bella e severa, dalle caratteristiche uniche, che trova impiego negli usi più disparati: rivestimenti, coperture, pavimenti di interni, ma anche lavagne, mensole e soprattutto lastre per i tavoli da biliardo esportati in tutto il mondo.