Quadro strutturale Obiettivi - Ambiente Urbano (e il paesaggio costruito)
GLI OBIETTIVI PER IL TERRITORIO URBANO E IL PAESAGGIO COSTRUITO
LA TUTELA DELL'IDENTITA'
La tutela dell'identità culturale e della memoria storica è un obiettivo non negoziabile. Bisogna però vedere se, e fino a che punto, sia anche un obiettivo realisticamente perseguibile, con quali mezzi, con quali costi e a carico di chi. In passato, questo obiettivo non è stato posto, o non lo è stato con sufficiente determinazione. Tuttavia, le testimonianze materiali del passato, in particolare nel territorio interno, si sono per una buona parte conservate e ciò rende possibile ipotizzare un'azione di recupero e di valorizzazione.
In relazione alla diversità delle condizioni locali l'obiettivo si articola quindi in due distinti sotto-obiettivi:
- per la costa, si deve in primo luogo arrestare il processo di ulteriore compromissione del territorio e dell'ambiente e di cancellazione delle tracce materiali del passato;
- per l'entroterra, prevale l'obiettivo di creare le condizioni affinché possa riprendere vigore il tessuto sociale e demografico, fornendo gli strumenti per un corretto recupero dei valori storici ancora presenti.
L'obiettivo ora enunciato deve essere armonizzato con l'esigenza di migliorare la competitività del nostro territorio, soprattutto - ma non esclusivamente - per quanto riguarda il comparto turistico.
Si pone inevitabilmente l'accento su "l'attaccamento alla realtà pratica del momento" , che fa compiere a volte scelte incompatibili con la tutela dell'identità, in contrapposizione a una visione più proiettata nel lungo periodo, più attenta alle conseguenze meno immediate delle decisioni irreversibili che vengono assunte giorno per giorno. Quindi, una distinzione tra politiche e obiettivi di breve e di lungo periodo.
A questa distinzione se ne associa necessariamente un'altra, tra interessi particolari e interessi generali: è, infatti, chiaro che la capacità di guardare oltre "la realtà pratica del momento" presuppone anche la presenza di un soggetto collettivo forte e fortemente legittimato, capace di chiedere ai singoli e di ottenere la rinuncia a qualche vantaggio particolare, in vista di un beneficio generale meno immediato del quale i singoli stessi sono partecipi.
Qui emerge il paradosso della pianificazione quale è stata praticata in questi decenni, per cui le ragioni dell'identità sono state oggetto di contesa tra amministrazioni locali spesso poco attrezzate tecnicamente e burocrazie statali o regionali portatrici di istanze incomprensibili o inaccettabili per l'opinione pubblica locale. Le occasioni di conflitto o d'incomprensione sono molteplici, al di là delle possibili oggettive divergenze d'interessi.
Siamo posti di fronte a un'alternativa:
- accettare come inevitabile il declino complessivo, anche d'immagine, dei nostri centri storici come attrazioni turistiche, e la probabile perdita di una parte cospicua del patrimonio edilizio più antico,
oppure - adottare una politica di consapevole rigore a livello dell'intero territorio provinciale, basata:
- sulla limitazione quantitativa e la selezione qualitativa delle aree di nuova espansione,
- sull'adeguamento degli oneri di urbanizzazione, agli effettivi costi sociali non solo diretti (di urbanizzazione) ma anche indotti (connessi con lo spopolamento dei centri antichi),
- sul sostegno, non solo finanziario, ma anche tecnico e promozionale delle azioni di recupero dei centri storici.
Bisogna essere consapevoli dell'impegno politico, economico e tecnico che questa richiede, non attuabile senza la volontà determinata e il concorso convinto di una molteplicità di soggetti, a incominciare dalle amministrazioni comunali, provinciale e regionale.
Oltre agli indirizzi più generali di carattere strategico complessivo, sono utili alcune finalizzazioni di carattere più operativo, immediatamente efficaci ed applicabili agli strumenti urbanistici, quali:
- all'interno del centro storico, il perseguimento di un'immagine coerente, attraverso l'uso di materiali, colori e dettagli costruttivi riconducibili alla tradizione locale, senza tuttavia indulgere al cattivo gusto dell'arredo in stile;
- nell'intorno, la tutela degli spazi circostanti il centro, che ne rendono leggibile la forma, in particolare i pendii sottostanti i centri di crinale e la tutela dell'immagine di accesso al centro;
- la realizzazione, quando possibile, di aree adibite a pubblici servizi e parcheggi ai margini, anche coperti, che evitino soluzioni innaturali (ad esempio per ricavare box al piano terra di edifici inadatti a ospitarli) e che siano comunque realizzati in coerenza con un obiettivo generale di valorizzazione paesistico - ambientale.
LA RESIDENZA NEL P.T.C.
Con la L.R. 3/1999, attuativa del Decreto Legislativo 112/1998 ("Bassanini"), la Provincia ha acquistato nuove competenze in materia di edilizia residenziale pubblica: essa "provvede al coordinamento dei fabbisogni abitativi, della domanda abitativa nelle sue differenti articolazioni, nonché dell'offerta insediativa di recupero, di riqualificazione e di nuova costruzione" (art. 4, 1) - che i comuni definiscono "secondo le modalità stabilite dalla Regione" (art. 5, 1, a) - al fine di "conseguirne la coerenza con le prestazioni funzionali della struttura insediativa relativa ad ambiti territoriali omogenei e delle strutture urbane ad alta densità e tensione abitativa" (art. 4, 1). Nel nuovo testo viene introdotta anche la dizione "alta tensione abitativa", accanto all'alta densità cui si riferisce la L.U.R.
In questo quadro sono attribuiti ai Comuni le funzioni e i compiti relativi:
a) alla stima, secondo le modalità stabilite dalla Regione, del fabbisogno abitativo e alla definizione della domanda abitativa, nelle sue differenti articolazioni;
b) alla formazione della conseguente offerta insediativa di recupero, di riqualificazione e di nuova costruzione, in raccordo con la pianificazione territoriale;
c) all'individuazione, ai fini della programmazione regionale, delle tipologie di intervento atte a soddisfare i fabbisogni relativi.
L'uso nel medesimo contesto di due differenti termini - domanda e fabbisogno - si giustifica attribuendogli diverso significato, e precisamente considerando il primo come riferito al mercato edilizio in senso lato, il secondo al solo segmento dell'edilizia residenziale pubblica. Quindi, il quadro entro il quale si colloca l'intervento pubblico nell'edilizia residenziale è quello delineato in termini generali dalla pianificazione, cui spetta di definire le "prestazioni funzionali" dei sistemi insediativi.
Il testo di legge citato attribuisce quindi alla Provincia il compito di coordinare un'attività di stima della domanda abitativa e di predisposizione della conseguente offerta che è effettuata dai Comuni secondo le modalità stabilite dalla Regione. Tale coordinamento è finalizzato a conseguire la coerenza degli interventi con le prestazioni funzionali della struttura insediativa, la cui definizione spetta alla pianificazione provinciale, ai sensi della LUR (art. 20, 1, e).
Considerando pertanto il termine "prestazioni funzionali" come sinonimo di "obiettivi", ci si propone qui di definire gli obiettivi del P.T.C. con riferimento alle scelte in materia residenziale dei P.U.C. e, più in generale, alle politiche residenziali che si effettuano nel territorio provinciale.
La lettura del territorio ha indicato la presenza di tre sistemi residenziali dinamici, identificabili rispettivamente nell'ambito ventimigliese (Ventimiglia e Val Nervia), sanremese (che si estende verso levante fino a Costarainera), imperiese (che interessa il Dianese e la valle Impero), che presentano condizioni diverse.
Laddove l'articolazione del sistema insediativo e tale da offrire la possibilità di sviluppi orientati verso i comuni della seconda fascia (che negli ultimi anni sono sistematicamente i più dinamici), ciò contribuisce ad alleggerire la pressione della domanda residenziale e consente di contenere, entro limiti ristretti, le previsioni di nuove espansioni residenziali nella fascia costiera (anche in considerazione dell'esigenza, già espressa, di usare strategicamente le piane costiere o di fondovalle riservandole a quegli usi che non trovano possibile collocazione altrove in provincia): è questo in particolare il caso del Ventimigliese e dell'Imperiese. Laddove la morfologia del territorio non offra facilmente tale possibilità, si dovrà trovare adeguata soluzione alla domanda indirizzandola verso quei comuni che presentano discrete disponibilità di territorio e bassi livelli di congestione.
In tutti i casi, si deve prefigurare una politica di sostanziale contenimento dell'offerta residenziale nell'intera fascia costiera, consentendo invece livelli di offerta più elevati nella fascia intermedia.
Le tipologie dei nuovi insediamenti saranno ovviamente definite in rapporto alle diverse morfologie dei paesaggi che caratterizzano i singoli ambiti territoriali: pertanto, nell'area dell'olivo si tenderà a confermare la consolidata tradizione degli insediamenti "a nucleo", mentre nel territorio floricolo ci si potrà orientare verso una più libera diffusione delle unità abitative.
L'offerta residenziale nei P.U.C. dovrà tenere conto delle seguenti considerazioni ed esigenze:
Criterio di mercato: rispondere alle diverse tipologie di domanda, offrendo anche una ragionevole gamma di opzioni alternative (questa zona o quella, questa tipologia o quella);
Spesa pubblica: non aggravare i bilanci comunali con uno sviluppo eccessivo di viabilità, reti fognarie, illuminazione pubblica, servizi di raccolta dei rifiuti, ecc.;
Paesaggio e ambiente: la nuova offerta deve rispettare il paesaggio, scegliere luoghi climaticamente favorevoli, non richiedere grandi movimenti di terra né eccessive opere di contenimento, non richiedere lunghi spostamenti con l'auto, non inquinare le falde, non rientrare nella fasce idraulicamente inondabili ...;
Criterio urbanistico: non occupare spazi pregiati che per localizzazione e conformazione sono da riservare prioritariamente ad altre funzioni meno adattabili che non la residenza (agricoltura intensiva, artigianato e industria, commercio e servizi, logistica …);
Equilibrio funzionale: vi deve essere un giusto rapporto tra la capacità residenziale da un lato e l'insieme delle attrezzature del territorio dall'altro (servizi, infrastrutture, strutture per il tempo libero …).
Questi criteri, nell'insieme, delineano le caratteristiche di un'offerta "residenziale sostenibile".
Obiettivo generale è il recupero di un'immagine di qualità per il nostro paesaggio costruito in tutte le sue componenti e dimensioni di scala: nelle aree urbane costiere, nei nuclei interni, e negli arredi e complementi per le infrastrutture, nei manufatti per l'attività agricola e nei relativi assetti generali. Tale obiettivo sottende non solo un'esigenza di carattere "culturale", ma anche concretamente considera il valore di mercato, data l'attuale acquisita sensibilità dell'utenza turistica e la conseguente "pretesa" d'offerta di un paesaggio gradevole e ben valorizzato anche nei particolari.
Per fare ciò è necessario un lavoro di sensibilizzazione e "formazione" degli attori dei processi edilizi, partendo in primis dai progettisti ed operatori dell'edilizia (imprese, artigiani…) e quindi richiedendo la collaborazione delle categorie ed ordini professionali, ad esempio nello sviluppo di un progetto specifico.
IL RAPPORTO CON LE ESIGENZE DI DIFESA DEL SUOLO
Le situazioni di rischio e vulnerabilità che le indagini conoscitive per i Piani di Bacino hanno posto in evidenza devono trovare loro risoluzione compatibile. La pianificazione di settore è tendenzialmente mirata a riequilibrare le espresse aspettative urbanistiche con le esigenze, ormai imprescindibili, di tutela geomorfologica ed idrogeologica del territorio; in particolare l'obiettivo che si pone, in primis attraverso piani operativi di intervento, è la soluzione di tutte quelle situazioni critiche di rischio (insufficienza idraulica, movimenti franosi o assenza o localizzata carenza di copertura vegetale) che possono creare danni o pericolo per la pubblica e privata incolumità, situazioni, quindi, che si legano direttamente con i territori di insediamento antropico.
Riguardo alla regolamentazione dell'uso del suolo, con particolare attenzione al ridisegno delle relazioni tra aree urbane e le aree di pertinenza dei corsi d'acqua, la pianificazione di settore tutela tutte quelle porzioni di territorio che risultano interessate dai deflussi di piena degli stessi corsi d'acqua. Tale tutela si esplica attraverso l'introduzione di idonee fasce di inedificabilità e l'interattività, tra gestione idraulica dei corsi d'acqua e relative zone focive, e gestione urbanistica degli insediamenti.