3 - La macchia mediterranea e i coltivi (in prossimità del SIC di ROVERINO)
Lasciata la provinciale n° 71, dopo un breve tratto asfaltato si raggiunge la bella chiesetta campestre della Madonna della Neve fronteggiata da due maestosi esemplari di cipresso. Si prosegue quindi lungo il tracciato segnalato dell’A.V.M.L. sino ad incontrare una piccola postazione di difesa militare (una delle numerosissime facenti parte del Vallo Alpino, realizzate negli anni trenta). Si può abbandonare ora l’Alta Via risalendo perpendicolarmente la piccola scarpata che porta all’esteso pianoro terrazzato di Case Rizzo, ex coltivi da tempo in abbandono con sullo sfondo gli edifici di un piccolo agglomerato rurale architettonicamente interessante e dietro un oliveto. All’altezza degli edifici si risale il sentierino passando a margine del costone roccioso conglomeratico e penetrando un lembo di macchia mediterranea caratterizzata dalla presenza di rosmarino e di numerosi altri arbusti come i cisti, la dafne gnidio, la ginestra di Spagna, la ginestra spinosa, il lentisco, la coriaria, la fillirea ed il ginepro. Superata quindi una zona con radi alberi di pino d’Aleppo, di pinastro e di roverella (dove si ritrova l’AVML) si sale a destra sino a raggiungere una grossa cisterna d’acqua, a monte della quale un piccolo pianoro è predisposto per una sosta e l’ osservazione attenta delle specie erbacee-arbustive presenti nell’intorno.
Spesso la macchia mediterranea si trova come sottobosco delle pinete termofile a pinastro, sostituendosi a queste nella quasi totalità della copertura quando la densità dei pini diminuisce a causa del passaggio del fuoco o a causa degli attacchi della cocciniglia del pinastro (Matsucoccus feytaudi) ed è proprio ciò che è avvenuto in zona. Dal punto sosta, proseguendo ancora per un piccolo tratto di sentiero in direzione est, si può osservare sul costone di fronte il tipico paesaggio della “gariga” costituita da cespuglietti sempreverdi bassi e discontinui cresciuti su suolo per lo più roccioso, ma anche detritico e sabbioso, e che qui è derivata da una degradazione assai spinta della macchia mediterranea. Tra le specie che costituiscono questa particolare associazione vegetale diffuse nella zona sono il timo maggiore, il trifoglino legnoso, l’elicriso profumato, la fiammola, la ruta a foglie strette, ma è anche presente la lavanda selvatica.
L’ambiente è complessivamente molto favorevole alla presenza della Lucertola ocellata, così come di molte altre specie della fauna minore e dei piccoli vertebrati, ma non mancano visibili tracce della presenze di fauna selvatica quale la faina, la volpe e il tasso. Numerosi sono gli uccelli legati a questo ambiente termofilo e che frequentano in particolare lo strato arbustivo della vegetazione: l’occhiocotto, la magnanina, la sterpazzolina. Nei coltivi o ex coltivi troviamo l’upupa, il verdone, il cardellino, la gazza, la passera d’Italia e l’assiolo, il più piccolo rapace notturno migratore; in inverno sono regolarmente avvistabili alcuni individui di albanella reale in cerca di piccoli roditori e passeriformi. Tra i migratori ancora il balestruccio e il rondone.