5 - La lecceta (SIC LECCETA DI LANGAN)
Salendo da sinistra il sentierino che ha inizio a bordo strada, ci si immette subito nel fitto forteto di leccio. Questo tipo di formazione vegetale deriva da un passato sfruttamento della lecceta d’alto fusto per la produzione di legna da ardere e soprattutto di carbone: il legno veniva appilato e fatto ardere in piazzole secondo tecniche affinate nel tempo. Ora, in seguito all’abbandono di tali pratiche di sfruttamento, questi boschi cedui, cioè sottoposti a ripetuti tagli, stanno lentamente evolvendo verso la ricostituzione della preesistente fustaia di leccio. Se invece le ceduazioni fossero continuate, così come avvenuto nella stragrande maggioranza del territorio della provincia, al forteto si sarebbe col tempo sostituita la macchia mediterranea che è qui presente, se pur in limitate zone, con tanti suoi elementi caratteristici come il cisto femmina, il cisto a foglie sessili, l’erica arborea, il ginepro comune, il corbezzolo, il mirto, la strappabraghe. Con il passare del tempo questi arbusti sono destinati a soccombere in quanto il leccio, raggiunta la sua forma arborea, li supererà in altezza “uccidendoli” con la sua cupa ombra.
Tra gli animali di maggior mole che frequentano questo ambiente vi sono il cinghiale, la volpe e il tasso, questi ultimi di abitudini notturne e territoriali. Sono presenti anche vari mammiferi di dimensioni molto più piccole e di carattere elusivo, ma che rivestono un importante ruolo nella rete ecologica del bosco, quali il riccio, la talpa, il toporagno, il quercino, il ghiro: costituiscono il cibo per altre specie e contribuiscono alla diffusione dei semi. Tra i rettili una presenza significativa è il biacco, serpente tra i più diffusi e completamente innocuo per l’uomo, ma spesso erroneamente confuso con la vipera ed ucciso.
Il percorso anulare termina al punto di partenza sulla strada provinciale.